L’artrosi dell’anca è una comune patologia dell’ età avanzata. I processi degenerativi della cartilagine dell’articolazione coxo- femorale, quindi tra l’acetabolo del bacino e la testa del femore si fanno molto avanzati e portano spesso il paziente all’impossibilità a deambulare, a volte diventa difficile anche rimanere seduti su una sedia particolarmente bassa e l’unico rimedio in questa fase secondo gli ortopedici è la sostituzione dell’articolazione consumata con una protesi nuova nuova.
Ci sono, però, diversi studi scientifici e statistici che hanno fatto molto riflettere sia i medici che operatori della riabilitazione.
In primis si è visto che la cartilagine ialina dell’anca anche se sottoposta ad un peso fuori dal normale e messa in condizione di muoversi secondo gli assi fisiologici di movimento, questa può durare senza deformazioni o assottigliamenti per più di 150 anni. Questo ci dice che non è solo una questione di peso a portare la nostra anca verso l’artrosi ma ancor di più un alterazione della meccanica del movimento e del centraggio della testa del femore all’interno di questa cavità che la contiene che è l’acetabolo. Un’altra evidenza statistica è che c’è una grossa disparità percentuale tra le artrosi d’anca sinistra e destra, quest’ultime risultano nettamente più presenti. Come si spiega questo fenomeno?
Gli osteopati hanno dato varie spiegazioni. La prima è più evidente è stata la presenza molto frequente di cicatrici post appendicectomia, per la rimozione dell’appendice. In passato si era portati a intervenire senza troppi indugi alla rimozione di questa alla prima avvisaglia di dolore acuto localizzato nella zona intestinale destra. Inoltre la zona destra del nostro intestino è particolarmente innervato da particolari strutture nervose come il nervo vago che spesso mandano in contrazione i tessuti circostanti la zona ileo cecale dell’intestino. Sono quindi queste le reali cause che portano con grande incidenza l’anca destra ad avere una tensione in avvicinamento sull’articolazione il che porta ad avere non solo una maggior pressione sulla cartilagine ma come abbiamo accennato prima, l’alterazione degli assi fisiologici di movimento. Sicuramente le aderenze nella zona ileo cecale non sono le uniche cause della coxoartrosi, ma tutte le tensioni viscerali presenti nella zona del bacino , soprattutto in seguito a interventi chirurgici addominali, possono portare a tale meccanismo di alterazione della meccanica. Per questo è necessario intervenire subito dopo i 6 mesi dell’incidente per rimuovere ed elasticizzare tali aderenze e evitare al paziente il grosso rischio di incorrere in tale patologia. Anche nelle situazioni di artrosi molto avanzate le tecniche viscerali osteopatiche riescono a ridare quella libertà all’anca tale da non avvertire più il sintomo doloroso.